N. 11 del 1/7/1998



Internet a parte…


Lo sfruttamento sessuale dei bambini è un fenomeno globale che, pur con varia intensità, è riscontrabile sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Esso include non solo lo sfruttamento sessuale dei minori, ma anche una remunerazione in denaro o in natura.

Nell'ambito dello sfruttamento sessuale dei minori occorre distinguere la pornografia infantile e la prostituzione infantile. Ogni anno un milione di bambini vengono sfruttati per fini di pornografia, vengono venduti per diventare schiavi del turismo sessuale e sono avviati al mercato della prostituzione locale (dati Unicef, 1994). Sono considerati pedofili coloro che sentono una attrazione sessuale per i bambini di entrambi i sessi e che quindi vanno in cerca di questo tipo di prestazioni. Una ricerca effettuata nel 1996 dalla Parker Rossman ha valutato con un'approssimazione per difetto la presenza di 50.000 pedofili solo negli Stati uniti e 500.000 nel mondo. Lo sfruttamento sessuale dei bambini sussiste in quasi tutti i Paesi del mondo e tocca principalmente le ragazze e le bambine. La loro età fino a poco tempo fa variava in media dai 14 ai 18 anni, ma la paura dell'Aids ha dirottato la domanda verso bambini sempre più piccoli. Le statistiche ufficiali presentate in occasione del Congresso Mondiale di Stoccolma contro lo sfruttamento sessuale dei bambini a scopi commerciali, luglio 1996, rivela l'esistenza in Thailandia di 80.000 minori sotto i sedici anni che si prostituiscono. Nelle Filippine sono 20.000, dello Sri Lanka 10.000, in India 400.000, 20.000 dei quali a Bombay. Dati allarmanti anche in Europa Orientale.



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